“Gli amici di Spadino”
Gli erano stati amici in vita; lo divennero ancora di più dopo la sua inattesa scomparsa, che li lasciò costernati e increduli. Simone si era addormentato per sempre all'età di 24 anni. Sapevano che era ammalato di talassemia, ma per loro non aveva alcuna importanza. Era uno di loro, un coetaneo, e quando erano in compagnia non c'era tempo per pensare alle “disgrazie”. Non sapevano neppure che cosa fosse veramente la talassemia. Sapevano soltanto che Simone andava spesso in ospedale perché gli dovevano fare delle trasfusioni di sangue e che di notte doveva sopportare una fastidiosa terapia per buttar fuori del ferro dal corpo.
Quell'evento era stato lacerante per Nicola, Sara, Leonardo e Sabrina. Fecero un patto: non dimenticheremo quell'amico sfortunato! Fu un moto dell'animo, più che un proposito ragionato. Ma presto i pensieri si precisarono e nacque la volontà di capire che cosa e perché fosse successo. Correva l'anno 2003. All'inizio dell'anno successivo si costituirono in gruppo, che chiamarono “Gli amici di Spadino”. Spadino era un personaggio minore della serie televisiva americana Happy Days , che in Italia appassionò tanti adolescenti tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio del decennio successivo. Era un personaggio positivo che, simpaticamente, si sforzava di assomigliare allo “spaccone” Fonzie. Agli amici piacque ricordarlo così, perché così lo avevano amichevolmente chiamato anche in vita.
Nelle intenzioni dei suoi promotori, il “Gruppo” non doveva soltanto testimoniare un affetto fraterno; doveva essere operativo; doveva cioè far conoscere alla gente che cosa era la talassemia. I quattro promotori si misurarono essi stessi in questa difficile impresa. Si informarono. Presero contatti con l' AVLT . Si proposero come collaboratori dell'Associazione, per avere la possibilità di contattare i cittadini e di contribuire alla prevenzione della malattia.
A poco a poco, si resero anche conto che, legato alla talassemia, esisteva un altro grande problema: la donazione di sangue. Allora si avvicinarono all'Avis della loro città, Adria, e presto li si poté incontrare in luoghi pubblici a perorare entrambe le cause: la diffusione della conoscenza della talassemia e l'incitamento ai giovani a farsi donatori di sangue.
Il loro impegno non si è esaurito nel tempo, come si poteva anche temere. Anzi ha assunto forme nuove e concrete.
Alla fine del 2006, il Gruppo mise in cantiere un importante progetto: quello di realizzare un dvd, da portare soprattutto nelle scuole, in cui venissero affrontati insieme e in forma semplice ma rigorosa tre temi collegati: la natura della talassemia e l'attività dell' AVLT per il finanziamento della ricerca scientifica, la donazione del sangue e il modo per accedere alle sedi che la promuovono e la realizzano e, infine, la donazione del midollo osseo che può essere per tanti ammalati l'unica via possibile e sperimentabile di guarigione.
Il Progetto venne valutato positivamente dal Centro per il Servizio del Volontariato di Rovigo, che lo finanziò con la somma di 22.100,00 euro. Capofila del Progetto è l' AVLT , ma vi partecipano anche altre organizzazioni di volontariato (Avis Provinciale di Rovigo, Fidas Polesana, Avis di Adria, Donatori di midollo osseo ‘Danilo Ruzza' di Adria, Aido di Adria, Croce Verde di Adria, Consulta Volontariato di Adria, Andos Provinciale di Rovigo) e istituzioni pubbliche (Comune di Adria e Provincia di Rovigo). Il responsabile operativo è Nicola.
Ora il dvd è quasi pronto. E' di ottima qualità e ne sarà promossa la massima diffusione. Chi fosse interessato ad utilizzarlo nelle scuole e in altre sedi, può prenotarlo inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o rivolgendosi alle organizzazioni su citate.
Il responsabile del Gruppo “Gli amici di Spadino”, Nicola (Cappello), ha assunto anche un importante impegno.
Dopo la scomparsa di Simone, si era fatto donatore di sangue e aveva cominciato a frequentare l'Avis di Adria e a partecipare alle sue iniziative. Agli amici dell'Avis adriese non parve vero di poter contare su un giovane pieno di entusiasmo e con grande voglia di lavorare. Così, assai rapidamente, il ruolo di Nicola è venuto ad assumere un rilievo sempre più importante, fino alla sua elezione a Presidente dell'Avis della città bassopolesana.
Questa non è una storia inventata per edificazione. E' una storia vera, dalla quale i giovani possono ricavare qualche buon insegnamento.
(“EX”, ottobre 2007)